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In corsa ai festival “Gli anni folli della velocità – Vite straordinarie”

Un viaggio romantico nelle gare degli anni ‘50

Il film di Federica Biondi e Gabriele Ogiva girato tra Ancona e Senigallia fa il pieno di partecipazioni a rassegne e festival

 

ANCONA - Sta facendo incetta di premi e di presentazioni ai festival nazionali e internazionali Gli anni folli della velocità – Vite straordinarie il film firmato dai registi marchigiani Federica Biondi e Gabriele Ogiva.

Si tratta di un viaggio romantico negli ambienti delle corse automobilistiche degli anni ’50; un documentario emozionante che racconta - attraverso gli occhi di un bambino - la necessità di un popolo di tornare alla vita e celebrarla dopo gli anni bui della seconda guerra mondiale. Un ritrovamento fortuito di pellicole in 8 mm in una soffitta e un certosino lavoro di ricerca storica hanno spinto Gabriele Ogiva a mettere insieme e in ordine tutti i pezzi del passato di una famiglia e di creare un racconto inedito in un film tenero e commovente. 

Per CNA Cinema e Audiovisivo Marche assieme a Benelli su Benelli - altro film che riguarda le gesta sportive di un grande campione di questa terra di motori - “Gli anni folli della velocità” rappresenta un'altra importante testimonianza della creatività del cinema marchigiano e del suo profondo legame con il territorio.

Girato tra Ancona e Senigallia il film racconta un viaggio affascinante in un periodo in cui i piloti sembravano indifferenti al futuro, alla vita, alla morte, e questo atteggiamento era la loro peculiarità. In fondo avevano vinto la partita più importante, quella della guerra. Quindi sfidare curve, salite e discese alla massima velocitaÌ non era ritenuto poi cosiÌ rischioso. La velocitaÌ l’avevano nel sangue, come un sogno ancestrale. Erano incoscienti e per questo considerati eroi. 

Per CNA Cinema e Audiovisivo Marche “il successo che anche questa pellicola sta ottenendo in numerosi festival, è la testimonianza della vitalità di un settore e la dimostrazione di come molti autori e registi delle Marche si stiano affermando sempre più a livello nazionale e internazionale con le loro opere originali, superando una sorta gap storico che ha sempre visto le produzioni autoriali di questa regione non sempre gratificate come avrebbero meritato”. 

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